Poveri cani in balìa di sé stessi, spesso abbandonati per strada e poi fatti morire crudelmente, solo perché a qualcuno non va di vederli in giro. Cani spesso considerati pericolosi, ma in realtà incattiviti dallo stesso uomo, che non si fa alcun scrupolo ad abbandonarli e magari ucciderli con bocconi avvelenati. E per adesso, da Palermo a Brescia, è una vera e propria ecatombe di cani randagi. In ogni posto, la scena crudele dello stesso film: cani in preda all’agonia, fatta di convulsioni, spasmi, vomito e bava alla bocca, fino a giungere a una straziante morte. Lucrezia, un pastore tedesco della zona industriale di Patti (ME) dove recentemente qualcuno ha gettato del veleno, era stata già abbandonata con i suoi cuccioli, adesso è morta avvelenata assieme a tre di loro. Non ce l’ha fatta a sfuggire una seconda volta alla crudeltà dell’uomo. Così come Aron, che era stato adottato dagli operai di una fabbrica vicina, e Dylan, già salvato da un altro avvelenamento e dalla leishmaniosi. In tutto nove i cani uccisi. «Sono disperata – ha dichiarato all’agenzia di stampa GeaPress la responsabile della LIDA di Patti, Marina De Liguori – sono rimasti ancora 15 cani ed è certo che li avveleneranno». Dei quindici cani scampati al veleno, tre andranno in un rifugio di Pesaro, mentre gli altri hanno trovato una sistemazione tra le case di alcuni volontari e una zona più distante dal luogo dell’avvelenamento. Sempre in Sicilia, precisamente a Termini Imerese (PA), altri otto poveri pelosi sono stati trovati morti pochi giorni fa nella zona portuale della cittadina, sempre a causa di un sostanza tossica. In segno di protesta, i volontari dell’associazione Guardie ambientali hanno distribuito per il comune volantini listati a lutto. Adesso stanno organizzando delle ronde anti veleno. “Il Popolo in Nero”, così titola il loro manifesto, chiede l’apertura di un’indagine che porti finalmente giustizia. Dal Sud al Nord, le scena si ripete. Giorni fa, anche, sui monti di Capodiponte, all’interno della Val Camonica (BS), sono stati ritrovati alcuni cani morti. In questo caso, però, sembrerebbe che le attenzioni dell’avvelenatore fossero rivolte alla fauna selvatica. Il sindaco preoccupato ha, intanto, invitato tutti i cittadini a non portare i cani nella zona pericolosa o quantomeno a far indossare loro la museruola. Infine a Roma, la riapertura del parco Nemorense, chiuso a novembre per provvedere alla bonifica da salsicce avvelenate, è durata poco a causa della presenza di altro veleno, probabilmente lanciato dai palazzi vicini.