La Lombardia, di solito indenne, sta sviluppando focolai di leishmaniosi, in alcune aree fino al 10% dei cani è affetto da questa malattia molto grave. Questo è quanto emerso dopo l’ultimo congresso di veterinari. Solo il 15% dei proprietari di cani conosce la leishmaniosi e tra i pochi che la conoscono, soltanto una persona su tre sa che la leishmaniosi può essere trasmessa all’uomo. La leishmaniosi si prende con la puntura di un pappatacio, un insetto che si sviluppa soprattutto sulle zone costiere e molto calde e che colpisce principalmente da maggio a ottobre. Purtroppo dal sud è emigrata al nord tanto che anche le zone pre-appenniniche e addirittura quelle prealpine a clima continentale, tradizionalmente indenni, sono oggi bersaglio di questi moscerini. L’aumento della temperatura insieme al fenomeno del turismo con cane al seguito, stanno favorendo la diffusione della leishmaniosi anche al nord. Spesso possono passare diversi mesi prima che il cane manifesti i sintomi, ma nel frattempo aumenta il contagio. Alcuni arrivano dal veterinario per perdita di peso in modo rapido, alopecia intorno agli occhi, sulle zampe, sul dorso, lesioni alle orecchie o oculari. La malattia è grave perché nella maggior parte dei casi il cane muore. Pur non essendoci vaccini contro la leishmaniosi uno tra i metodi più efficaci per controllare la diffusione di questa malattia è applicare al cane un semplice collare a base di deltametrina che si distribuisce sulla superficie dell’animale e impedisce la puntura del’insetto per un periodo di 5 mesi. Purtroppo il cane che si è infettato tende a non guarire mai neanche dopo successive terapie; può infatti evidenziare dei miglioramenti clinici, ma il parassita non viene mai sradicato.