Negli ultimi anni sono aumentati vertiginosamente i problemi legati al rapporto animale-uomo. I disturbi derivano anche dall’atteggiamento dei padroni: oggi si tende a prendere un animale con più leggerezza di un tempo, senza pensare al tipo di impegno che richiede. Molte volte sono i padroni che hanno un “comportamento” sbagliato nei confronti dei loro cani, ad esempio fare salire il cane su letto, dargli da mangiare il nostro cibo, imboccarlo, prenderlo in braccio quando si va a passeggio, impedirgli di annusare. Questi comportamenti non vogliono dire volergli bene, non lo facciamo felice. Gli animali sono esseri sociali che fanno parte della famiglia e della società con un ruolo preciso. Ecco le tipiche malattie comportamentali di cui può soffrire il cane: la sindrome da iperattività e ipersensibilità, l’ansia da separazione e la sindrome da deprivazione sensoriale. La prima si manifesta con un’incapacità di sopportare gli stimoli esterni, la seconda si manifesta con la paura a restare solo, con un legame quasi morboso con il proprietario, il cui allontanamento crea veri attacchi di panico. Poi c’è la sindrome da deprivazione sensoriale, tipica di un’adolescenza senza stimoli che crea nell’animale una serie di fobie e paure, prima semplici, poi generalizzate. Se riscontriamo nel nostro cane dei comportamente “originali” la prima cosa da fare è analizzare l’organico, sottoporli ad una visita dal veterinario di base che accerti non ci siano problemi di salute. Se non ci sono problemi organici si passa al comportamentalista.