La terra continua a tremare al nord dell’Italia e nelle zone più colpite dal sisma sono arrivati in aiuto, anche, dei cani speciali: quelli che dopo anni di addestramento hanno imparato a cercare le persone sepolte dalle valanghe, dalle frane o dai crolli provocati dai terremoti, come nel caso dell’Emilia Romagna. Dei piccoli e grandi eroi a quattro zampe, che rischiano la propria vita per salvare quella degli altri. Si tratta di quattro squadre cinofile del soccorso alpino, entrate in azione fin dalla mattina della prima scossa più forte, che qualche giorno fa ha colpito nuovamente la popolazione emiliana. Due squadre sono arrivate da altre regioni, in stretto contatto con la Protezione Civile che fa base a Marzaglia e con il sistema di emergenza del 118, per rimanere operativi fino a quando sarà necessario. Secondo quanto riportato dall’Ansa, i cani-eroi si sono dedicati alle ricerche di chi è rimasto intrappolato tra le macerie, sotto il coordinamento del vice-responsabile regionale Alessandro Bompani. Alcune persone sono state ritrovate proprio grazie agli animali, impiegati nei più colpiti comuni di Cavezzo e Medolla, dove ancora si scava sperando di trovare in vita chi manca all’appello. Il lavoro di questi coraggiosi e instancabili quattro zampe consiste nell’abbaiare non appena fiutano un disperso, aiutando chi li guida a individuarlo e a recuperarlo da sotto le macerie. Purtroppo in seguito alle scosse dello scorso martedì, che si aggiungono a quelle già devastanti del 20 maggio, si sono verificati altri numerosi casi di animali dispersi, feriti o rimasti uccisi, perché travolti dalle macerie. In particolare, sono oltre 200 gli animali, soprattutto volatili, salvati dal centro per la tutela della fauna selvatica “Il Pettirosso” di Modena, dall’inizio delle scosse che hanno colpito l’Emilia. «All’inizio soccorrevamo per lo più rondini e rondoni – spiega Piero Milani, responsabile del centro – sono più fragili e anche solo se non mangiano per un giorno vanno in sofferenza. Adesso invece – termina l’uomo – dobbiamo aiutare anche animali più resistenti, come i gheppi. Anche loro col protrarsi delle scosse, incominciano ad avere dei problemi». Nei giorni scorsi, per esempio, in zona Fienile di Ferro è stato recuperato un giovane gheppio in un fienile diroccato. In questi giorni, invece, sono stati trovati sotto una trave di una casa distrutta sei piccoli barbagianni. Intanto, il canile di Mirandola sta scoppiando di cani abbandonati o in stallo, tanto da attrezzare una tendopoli specifica per i pelosi.