Canili lager dove una gabbia diventa un loculo per i quattrozampe che hanno la sfortuna di entrarci vivi. Eccolo il nuovo businness della malavita. Pochi hanno la forza di denunciare questo piaga nazionale. Come i volontari dell’Aidaa, che, dopo un’inchiesta di tre anni, hanno presentato un resoconto terribile. E ora diverse procure del sud dovranno indagare su ben 82 canili privati gestiti direttamente o attraverso fiduciari dalla malavita. In questi ricoveri abbandonati al loro destino i cani vivono come galline in gabbie piccole e luride, mangiano poco e male, non escono mai e non vengono adottati da nessuno perché i gestori non hanno interesse ad affidarli: i comuni pagano una retta quotidiana per la gestione di ogni randagio. Peccato, però, che sui 22 milioni versati, solo un terzo è stato speso effettivamente per la gestione degli animali. Negli 82 canili lager, per esempio, sono stipati 35.000 cani mentre dovrebbero essercene meno di 20 mila. I cani soffrono perché, oltre alle situazioni di carenze igieniche e strutturali vengono privati del diritto ad una vera esistenza.