Sono state consegnate una ventina di targhe ad amministratori a vocazione turistica per il loro impegno ad aprire le porte del loro territorio agli animali. In molte località marine i quattro zampe non sono ancora ben visti, in spiaggia non si possono portare, in albergo non si possono tenere. E alla fine i padroni dei cagnolini si arrendono e li parcheggiano in pensioni costose oppure penose pur di farsi qualche giorno di vacanza. Quelli senza troppi scrupoli, invece, li abbandonano sull’autostrada, per chiudere il problema per sempre.
Ma cambiare questa cultura arretrata si deve e si può. Prendiamo le spiagge che aprono ai nostri fedeli amici. Porto Recanati dove sono ammessi cani, oppure a Pietra Ligure, a Cecina, a Porto Sant’Elpidio, a Santa Caterina dello Ionio, a Ospedaletti, a Grottammare, a Piombino dove da oltre dieci anni il comune consente l’accesso dei cani alle spiagge comunali. Ma è molto più lungo l’elenco di chi ha aderito all’ordinanza-tipo predisposta da ministero ed Anci a favore degli animali. Lavorare su territorio per la tutela degli animali, in effetti, significa semplificare la quotidianità di chi vuole fare un salto in libreria, ma anche entrare in comune con il proprio cane, oppure in posta o su un tram. Tutte cose che si possono fare a Milano che infatti è stata premiata assieme a Reggio Calabria, a Novara, a Ferrara dove il cane può vivere con il proprio padrone anche in un ospizio. Tenere in maggiore considerazione i cani, nelle metropoli, significa rispettare il cittadino e le proprie esigenze. Che sono anche quelle di poter portare il cane al ristorante senza essere messo alla porta in malo modo.