Erano rinchiusi in piccole gabbie, senza la possibilità di muoversi e in cattive condizioni di salute: salvati dalla Polizia di New York circa 30 cani impiegati per i combattimenti clandestini. Alle spalle ci sarebbe una vera e propria organizzazione criminale con più ramificazioni in città. L’operazione, condotta in collaborazione con l’American Society for the Prevention of Cruelty to Animals (ASPCA), ha anche portato all’arresto di alcune persone, le cui generalità non sono state rese note. Si pensa, però, che questo giro di combattimenti possa essere ancora più ampio e conivolgere altri malintenzionati e quattro zampe.
Stando a quanto riportato da greenstyle.it, i maltrattamenti sarebbero avvenuti in alcune abitazioni di long Island, il luogo dove sono stati rinvenuti i 30 cani. Il vicinato sembrerebbe non aver mai notato queste attività clandestine, mai notato movimenti strani o rumori. I quattro zampe impiegati in questi combattimenti, che ogni anno fruttano milioni di euro, sono soprattutto molossi, come Pit Bull, sottoposti a diverse privazioni, maltrattati, e quindi resi più aggressivi e più adatti alla finalità per cui si vogliono utilizzare. Un fenomeno ancora, purtroppo, ampiamente diffuso in tutto il mondo, nonostante le campagne di sensibilizzazione delle associazioni animaliste.