I cuccioli di provenienti dall’est Europa salvati dai Finanzieri della Tenenza di Lauria (PZ). Al chiuso di un furgone i piccoli chihuahua, carlino e cavalier king, il losco traffico (senza alcun documento sanitario ne microchip) li stava trasportando dall’Ungheria, fino alle tappe calabresi e siciliane. Secondo la Finanza la Basilicata è uno snodo cruciale di questi traffici. Una tappa importante per smerciare cuccioli a basso prezzo (ma dagli alti guadagni) tra Puglia, Campania, Calabria, fino alla Sicilia. Decine di migliaia di piccoli cani allevati in Ungheria, Repubblica Ceca e Romania. Spesso senza valide garanzie sanitarie, ed anche in condizioni igienico sanitarie disastrose. L’improvvisa introduzione di cani dall’est Europa, immediatamente conseguente all’abbattimento delle barriere politico economiche della defunta cortina di ferro, ha comportato fin dagli inizi degli anni novanta, l’introduzione di ceppi patogeni che, seppur appartenenti a malattie molto diffuse (come cimurro e gastroenterite emorragica), non erano ancora presenti nel nostro paese. Di fatto anche i cani adulti, notoriamente più resistenti, morirono per malattie tipicamente diffuse nelle fasi giovanili. I nostri vaccini, infatti, non erano stati preparati sulla base di ceppi ancora non noti. Purtroppo i prezzi altamente competitivi e la scarsità di adeguati controlli veterinari, hanno mantenuto negli anni commerci di cuccioli di cane appartenenti soprattutto a varietà da compagnia.