Quando si tratta di difendere l’abitazione del proprio padrone, il nostro amico a quattro zampe ha il sacrosanto diritto di abbaiare, ovviamente ciò deve avvenire sempre entro i limiti della tollerabilità. L’ha sancito una sentenza del Tribunale di Lanciano, in provincia di Chieti, in merito a una causa civile che ha visto in contrapposizione due famiglie vicine di casa. Una di queste, in possesso di un pastore tedesco e di un Bracco, era stata citata in giudizio dai vicini perché disturbati dal continuo abbaiare degli animali. Il giudice Giancarlo De Filippis, però, ha stabilito che i cani hanno diritto di farlo se svolgono una funzione di guardia e di sicurezza sul territorio in cui risiedono. Ѐ proprio il caso dei pelosi in questione, visto che i loro padroni abitano in una zona di aperta campagna. La difesa ha parlato di vero “stalking giudiziario”, con decine di procedimenti penali pendenti nei confronti di questa famiglia e dei due suoi cani. Per fortuna il loro avvocato, Silvio Rustignoli, affiancato da un pool di esperti, è riuscito ad avere la meglio: «Stiamo conducendo una battaglia – dice l’uomo – che comincia a vedere qualche spiraglio di luce. Andiamo avanti per tutelare le persone, ma anche gli animali. L’ordinamento italiano è sempre più all’avanguardia nella tutela dei diritti di questi ultimi, anche se ancora c’è molta strada da percorrere». A tal proposito, si ricordino «gli articoli 544 bis e seguenti del Codice penale, l’art. 5 della legge 189 del 2004 e, da ultimo, la ratifica della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, che stabilisce l’obbligo morale dell’uomo di rispettare tutte le creature viventi». La sentenza del Tribunale di Lanciano costituisce una vera e propria conquista nella tutela dei diritti dei nostri amici pelosi. A dichiararsi piuttosto favorevole, l’Associazione Animalisti Onlus, rivendicando il fatto che nel nostro Paese siano molte le leggi a protezione degli animali, ma che spesso non sono applicate oppure sono adottate in modo non giusto e opportuno: «L’Italia – spiega Walter Caporale, presidente nazionale dell’Onlus – è un paese all’avanguardia nella legislazione in materia di diritti animali; il problema che purtroppo si riscontra è nella cultura di chi poi deve applicare queste leggi. Sono molti i maltrattamenti perpetrati a danno degli animali e poche le condanne. Purtroppo – termina l’uomo – per molte persone gli animali sono oggetti, cose, strumenti a supporto degli uomini». Ciò, purtroppo, accade spesso.