Quando un cane è sensibile ai rumori.
Continuiamo la passerella delle pillole “ pret a porter”, che rispondono, cioè, in maniera puntuale ad uno specifico problema. Questo non vuol dire che lo scrivente abbia cambiato idea, il mio pensiero rimane il medesimo: “ Capire il cane, il suo linguaggio, le sue aspirazioni, i suoi difetti, i suoi pregi è l’unica maniera per costruire una convivenza appagante per tutti e due gli attori” altrimenti si vivacchia.
Torniamo al nostro “sensibile”.
La preistoria dell’educazione cinofila prevedeva la classificazione della famigerata “tempra” a mezzo di rumori o addirittura spari, niente di più scorretto. Esistono soggetti che sono dotati di un udito molto sensibile e che, in presenza di rumori “innaturali” si mettono sull’avviso, qualcuno in allarme, qualcuno si spaventa ed alcuni si terrorizzano.
Recenti studi hanno evidenziato che il bagaglio psicologico di un cane è ben più complesso ed articolato rispetto a quanto pensato dai vecchi autori.
La definizione dotta della tempra, come appariva sui testi di “psicologia canina”, recitava: “ dicesi tempra del soggetto la sua capacità di mantenere inalterato il quadro psicologico complessivo in presenza di stimoli avversi”. Questa classificazione era molto importante per quelle persone che volevano il “ cane da ……”. Ebbene, spero noi tutti siamo d’accordo che non esistono più i “cani da….”, ma solamente i cani che ognuno di noi decide di adottare per condividere un tratto di strada.
Chiariti i fondamentali si prosegua. Che cosa fare quando l’individuo (cane) mostra segni di sensibilità ai rumori forti o di frequenza (acuta o grave) inusuale ? “ Niente”.
Niente significa che non si deve mostrare alcuna variazione del quadro psicologico complessivo nei confronti di un fenomeno che il vostro amico non conosce. Qualsiasi azione consolatoria è da evitare perché potrebbe confermare al vostro compagno che quel fenomeno ha mosso voi ad un comportamento inusuale.
Niente significa che “ prendere in braccio il piccolino impaurito “ è la cosa più stupida che si possa fare, potrà servire ad appagare il vostro desiderio di protezione nei confronti del “ picinin”, ma può essere l’inizio per una vita di paure per lui.
Niente significa che richiami ad alta voce in caso di manifestazioni di paura esagerate serviranno solo a confermare il suo convincimento che “c’è qualcosa che non va”.
Niente significa che, se avete la fortuna di essergli vicino, dovete continuare a fare quello che stavate facendo, se avete a portata di mano un pezzettino di pane o di formaggio, senza guardare il vostro amico, allungateglielo così assocerà il fenomeno a qualcosa di gradevole. Il modo migliore per correggere questo “difetto” è l’assuefazione e cioè “abituare” il soggetto ai rumori di frequenza e volume per lui difficili da sopportare usando il gioco o il rinforzo positivo di tipo alimentare.
P.S. I cani con udito molto sensibile sono quelli che contribuiscono in maniera migliore alla difesa della “tana del branco”, anche da addormentati conservano una porzione di sensibilità da non disprezzare. Potrebbe risultare una bella fortuna aver dedicato tempo e sforzi e pazienza con un cagnino del genere.
Purtroppo durante gli ultimi festeggiamenti durante la notte di San Silvestro 120 persone hanno chiamato il telefono amico degli animali denunciando la fuga di altrettanti cani dovuta allo spavento per i “botti”, mi assale una domanda cattiva :”Dove erano quei cani e come sono potuti “scappare” ?
La risposta ai loro amici bipedi.