La grande crisi economica degli ultimi anni sta mettendo a dura prova, anche, la serenità di molti cani e gatti. In Gran Bretagna, considerato da sempre Paese di “animal lovers”, la situazione sembrerebbe essere particolarmente grave e preoccupante: qui, infatti, sempre più famiglie sono costrette a rinunciare al proprio amico a quattro zampe, in modo da risparmiare il più possibile e far fronte alle ristrettezze economiche. A denunciare tale situazione è la Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals (Rspca), la più grande associazione britannica che opera nel settore della beneficienza per animali. Secondo alcuni suoi dati, sarebbero 40.595 i cani, i gatti e gli altri animali domestici abbandonati dai loro proprietari nel 2011, il doppio rispetto a cinque anni fa, cioè rispetto a prima che la grande recessione globale investisse l’Occidente. Non solo questo. Sempre meno sono coloro che prendono in casa un animale abbandonato, finito nei rifugi per cani o per gatti: l’Rspca ha dichiarato di essere riuscita a trovar una sistemazione a solo 12.711 cani lo scorso anno, contro i 16.659 nel 2009. Nel caso dei gatti la situazione non è tanto differente, con 29.880 che hanno trovato padrone nel 2011, contro i 36.070 nel 2009. I dipendenti dell’organizzazione – spiegano – si trovano a rispondere a un numero sempre più alto di segnalazioni, una media di 25.000 ogni settimana: «Questa è una vera crisi e nonostante la dedizione dei nostri dipendenti e volontari – dichiara il suo direttore, Gavin Grant – facciamo fatica a gestire la situazione. La gente sta cercando di resistere nella speranza di tempi migliori, ma quando le cose si fanno difficili, il gatto e il cane vengono messi alla porta e abbandonati». Inoltre – si legge in un articolo pubblicato su lastampa.it – un numero sempre maggiore di padroni e allevamenti non si può più permettere di portare gli animali dal veterinario né di farli sterilizzare. Ciò comporta un più grande sforzo da parte dei volontari, che si ritrovano a impiegare molto più tempo per rimettere in salute gli animali e ricollocarli in una nuova famiglia. Ancora più grave è l’aumento dei casi di maltrattamento a fronte di un 23,5 per cento in più di casi di condanna per crudeltà nei confronti degli animali, rispetto a cinque anni fa. In Italia, anche, l’Aidaa ha rilevato come la crisi si stia facendo sentire nell’acquisto di prodotti e medicinali per pelosi (http://bit.ly/Ohg7Sw).