Da circa un anno e mezzo il comune della mia città ha deciso di offrire come servizio per i cittadini un’area recintata adibita allo sgambamento dei cani, ovvero la cosiddetta area verde.
Da allora essa è popolata a qualsiasi ora del giorno da vere e proprie “comunità” di persone che lasciando liberi i loro cani, gli permettono di “socializzare” con i conspecifici, di riscoprire una vita sociale e soprattutto l’appagamento del bisogno olfattivo di esplorare.
Ciò è molto rilevante se si pensa che in passato raramente molti di loro venivano lasciati liberi per il timore dei proprietari di perderli.
L’altra faccia della medaglia però è che molto spesso i proprietari dei cani si perdono nei loro dialoghi, pettegolezzi o pensieri “abbandonando” a loro stessi i beniamini a quattro zampe; non ponendosi cioè il problema di osservare e capire le interazioni dei propri cani con i loro simili ed eventualmente tutelarli e difenderli o ancora interrompere comportamenti definiti “maleducati” all’interno del vocabolario canino.
Tutto questo mi ha illuminato sull’argomento da affrontare per la tesi. Il project work che infatti è stato realizzato, ha previsto la scelta di cinque filmati di interazioni diverse tra cani dall’archivio del Dipartimento di Scienze Fisiologiche dell’ Università di Pisa, che successivamente sono stati sottoposti a due gruppi di persone: cinquanta che son stati proprietari almeno una volta nell’arco della loro vita e cinquanta che non hanno mai posseduto cani. In seguito esse sono state intervistate tramite un questionario in modo da valutare la loro conoscenza in materia.
Dai risultati ottenuti dalla ricerca si è evidenziato che la media di risposte corrette indicate dai proprietari è risultata maggiore rispetto a quella indicata dai non proprietari e tale differenza si è mostrata statisticamente significativa, anche se in entrambi i casi il numero di risposte giuste non è stato molto alto.
Questo ci fa pensare che sicuramente il fatto di aver posseduto uno o più cani nella vita ha aiutato i proprietari a rispondere a determinate domande in maniera corretta rispetto a chi non ne ha mai posseduto uno, ma tutto ciò non è comunque sufficiente affinché si possa giustamente interpretare la comunicazione canina nel suo complesso.
Infatti, uno studio approfondito dell’etologia del cane, può certamente aiutare i proprietari nella gestione quotidiana del loro compagno a quattro zampe ed è per questo che sono molto importanti le figure professionali del medico veterinario comportamentalista e dell’educatore cinofilo nell’appoggio che possono fornire ai pet-owners. Soprattutto negli incontri programmati di socializzazione e comunicazione tra cuccioli, cani adulti e cani problematici.
La conoscenza del comportamento sociale del cane, inoltre, può aiutare le persone ad evitare incidenti causati per lo più dagli errori di comunicazione tra uomo-animale.
Per questo motivo si rivela necessaria la prevenzione dalle morsicature nei bambini, attuata da professionisti del settore attraverso progetti di zooantropologia didattica nelle scuole. Grazie ad essi i bambini possono imparare molto sui nostri amici a quattro zampe e soprattutto apprendere le 10 regole di comportamento per diminuire il più possibile i rischi di morsicature, proposte dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane. Argomenti in cui, purtroppo, i genitori molto spesso non sono a conoscenza.
In conclusione, potrebbe essere interessante approfondire questa ricerca allargando il campione di persone da sottoporre a tale sondaggio (più di 100), in modo da verificare nei risultati ottenuti eventuali differenze.