Passione. La passione è ciò che regge, governa e stimola ogni dote venatoria del cane: è questa che lo stimola a cercare per ore e ore, a buttarsi in mezzo ai rovi, ad affrontare le acque gelide per recuperare un selvatico, a patire il caldo delle prime giornate autunnali del calendario venatorio, e a fronteggiare le mille insidie della caccia. È una dote in parte insita nei geni, ma incrementabile con un buon dressaggio: è compito del suo conduttore fargli conoscere la selvaggina e farlo appassionare ad essa.
La filata. Si verifica quando, durante la cerca, il cane rallenta l’azione quando gli giunge l’emanazione del selvatico, seguendone la scia e concludendo l’azione con una ferma.
Istinto della ferma. È anche questa una dote ereditaria, trasmissibile alla prole e che non può essere insegnata (si può solo migliorare partendo dalla “punta”): un ausiliare che non possegga tale istinto non potrà mai essere utilizzato come cane da ferma (potrà essere impiegato come cane da cerca e riporto, ma è bene che venga tolto dalla riproduzione in modo tale da non tramandare questa mancanza di istinto).
Tale comportamento ha origini ataviche e deriva da quell’atteggiamento che porta il predatore a fermarsi un attimo in attenzione, una volta trovata la preda, prima di partire all’inseguimento: la ferma è il prolungamento di quell’attimo nel tempo, e mette il cacciatore in condizioni di prepararsi ad abbattere la selvaggina.
Può emergere in età differenti: ci sono cuccioli che fermano già solidamente ai quattro mesi e ci sono cani che fanno la prima ferma intorno all’anno di età. Ogni razza e ogni individuo possono fermare in maniera diversa: c’è il cane che ferma più lontano e quello che osa tanto sul selvatico, quello che si flette completamente fino a strisciare per terra e quello che rimane dritto in piedi in posizione statuaria ecc. Solitamente la posizione assunta in ferma è quella che il cane aveva quando ha percepito l’emanazione del selvatico.
Guidata. La guidata si verifica quando, dopo esser stato preso in ferma, il selvatico pedina e il cane rompe leggermente la ferma seguendolo ad una certa distanza per riprenderlo in ferma una volta che questo si arresta. È uno stratagemma che il cane deve saper utilizzare per non perdere il contatto col selvatico.
Consenso. La ferma di consenso è anch’essa istintiva e si verifica quando, nel lavoro con più ausiliari uno entra in ferma e gli altri pur non avendo percepito l’emanazione del selvatico lo imitano, in modo da non disturbarlo e non rovinare l’azione rischiando di far frullare la selvaggina. Talvolta, quando non è presente come dote acquisita, può essere insegnato, tramite il “terra!”, a comando.
Recupero e predisposizione al riporto. Il recupero è una dote insita nei geni (sempre e comunque migliorabile con l’allenamento) che consiste nel saper cercare e rintracciare il selvatico abbattuto quando non si vede il punto in cui è caduto (selvaggina di penna) o comunque si è rifugiato (selvaggina di pelo) o quando si allontana ferito. Il riporto è un esercizio, per la quale può esserci una predisposizione genetica, ma è sempre e comunque un esercizio, quindi apprendibile con un corretto addestramento; si verifica immediatamente dopo il recupero o anche quando l’animale va a morire in vista del cane e del cacciatore: avviene in sostanza quando il cane, trovato il selvatico abbattuto lo abbocca a dente morbido (senza danneggiarlo) e lo consegna al suo conduttore. È l’atto concludente l’azione venatoria.
Buon Collegamento. Si ha un buon collegamento quando il cane tiene conto della posizione del cacciatore, evita di cacciare da solo, ma operando insieme a lui, senza andare fuori mano, resta sempre vigile per cogliere ogni sua direttiva.
Temperamento. Il temperamento è la velocità con cui un animale reagisce agli stimoli esterni. Il cane da caccia ideale dovrebbe avere un temperamento medio alto.
Tempra medio-alta. La tempra è la capacità del cane di sopportare e superare gli stimoli spiacevoli. Un buon cane da ferma dovrebbe avere una tempra medio-alta, volta a sopportare la fatica, l’acqua gelida, i rovi e ogni stress a cui può essere soggetto durante un’azione di caccia.