Le leggi a tutela dei Cani sono inadeguate, appello a Napolitano
12 ottobre 2011
3 min

Le leggi a tutela dei Cani sono inadeguate, appello a Napolitano

maltrattamento

Vi siete mai chiesti come mai in Italia la cronaca propone in continuazione episodi di cani mantenuti in condizioni disumane presso i cosiddetti canili lager?
La legge numero 281 del 1991 che annovera tra i principi generali che lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali da affezione e condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti e il loro abbandono, oltre ad essere ormai datata, ha contribuito nel tempo alla nascita di centinaia di canili privati sovvenzionati dai comuni che in molti casi si sono dimostrati artefici di angherie e maltrattamenti nei confronti dei cani.
La legge stessa prevede che siano i comuni ad avere l’obbligo di provvedere alla custodia e al mantenimento dei cani randagi attraverso i canili municipali ma, qualora non dispongano di strutture idonee, è facoltà degli stessi appaltare il servizio esternamente pagando altre strutture.
I canili sovvenzionati dai comuni percepiscono per ogni cane che accolgono, per il loro mantenimento, per le loro cure e finanche per lo smaltimento delle carcasse soldi provenienti dalle casse comunali e quindi di danaro pubblico; i fondi destinati dal comune alla strutture che accolgono i cani randagi per la loro custodia e il loro mantenimento sono in molti casi diventati facili opportunità di guadagno per persone avide e che a nulla interessa il benessere degli animali che ospitano.
A testimonianza di tutto ciò nella giornata di ieri, 10 ottobre, l’AIDAA ha inviato una missiva al presidente Napolitano sottolineando l’inadeguatezza delle leggi a tutela degli animali che di fatto sono violate ogni tre minuti.
Nello stesso accorato appello l’associazione segnala la presenza di almeno 150 canili lager ubicati prevalentemente nelle regioni del centro e sud Italia che ospitano oltre 140.000 cani in condizioni igienico sanitarie precarie e spesso vittime di maltrattamenti.
Va sottolineato contestualmente che “la meta’ dei comuni italiani viola la legge 281/91 che da’ ai sindaci la responsabilità del controllo del randagismo, in quanto non dispongono ne’ di canili, ne’ di servizio di raccolta degli animali e ogni anno diminuiscono i fondi indispensabili per le campagne di sterilizzazioni.”
Come spesso accade ci troviamo a sottolineare la mancanza dell’applicazione delle leggi in vigore, l’inadeguatezza delle stesse e la malafede di chi biecamente e cinicamente specula sulla salute dei cani in favore di interessi personali; altrettanto vero è lodare e riconoscere l’impegno di migliaia di volontari che quotidianamente si prodigano in favore dei cani, senza percepire nulla e al contrario utilizzando risorse e denaro proprio.