Sequestrata dalla Forestale dello Stato la nota azienda situata a Montichiari in provincia di Brescia, cioè Green Hill, dove si allevano cani beagle destinati alla vivisezione. Alle operazioni stanno partecipando circa trenta forestali appartenenti ai Comandi provinciali di Brescia, Bergamo e al Nucleo investigativo per i reati in danno agli animali (Nirda). Presente anche personale della Questura di Brescia. L’ispezione e il sequestro della struttura sono stati disposti dalla Procura della Repubblica, presso il Tribunale ordinario di Brescia. A essere indagate, tre persone, cui è contestato pure il reato di maltrattamento animali. L’operazione, scattata in seguito alle denunce di Legambiente e Lav, sta portando al sequestro di numerosi beagle (non se ne conosce ancora l’entità numerica), sia cuccioli sia adulti, e dell’intera struttura costituita da quattro capannoni, uffici e relative pertinenze per un totale di circa cinque ettari. L’intervento sembra essere ancora in corso e andrà avanti ancora per molte ore: «I cuccioli di beagle – fa sapere il Corpo Forestale – non potranno comunque uscire dall’azienda. I rappresentanti della Green Hill sono stati nominati custodi giudiziari assieme al sindaco della cittadina lombarda e alla locale Asl. Essi – aggiunge – avranno l’obbligo di cura e alimentazione degli animali». D’altra parte, il “Coordinamento fermare Green Hill” chiede che «la custodia giudiziaria dei beagle non venga affidata all’azienda e neppure a una delle tante realtà improvvisate che sono nate negli ultimi mesi». Situazioni critiche che avrebbero potuto configurare il reato di maltrattamento erano state già riscontrate dalle guardie zoofile dell’Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione animali, il 30 settembre scorso, durante un’ispezione a Green Hill: «Ora finalmente i nodi sono venuti al pettine, è – dichiara Massimo Pradella, coordinatore nazionale dell’organizzazione – una vittoria in cui abbiamo sperato dal giorno in cui le guardie zoofile Oipa hanno messo piede in quella fabbrica di morte. Gli estremi per chiudere la struttura – continua – erano presenti anche nove mesi fa, tuttavia siamo comunque soddisfatti di aver aperto la strada che ha portato al sequestro». Piuttosto contenta pure Maria Vittoria Brambilla, ex ministro del Turismo: «È il segno che qualcosa sta cambiando in Italia. Il motivo per cui la sperimentazione sugli animali viene mantenuta è solo di tipo economico». Lav e Legambiente, invece, chiedono di accelerare i tempi per l’approvazione della legge che serve a regolamentare il problema degli animali da laboratorio. Questa è stata già approvata dalla Camera, adesso si trova all’esame del Senato.