Nel corso dell’operazione anticamorra “Alto impatto”, guidata ieri dal vice questore Michele Maria Spina del Commissariato di Scampia (NA), sono stati trovati otto cani di grossa taglia, utilizzati per combattimenti: tre Rottweiler, due Pitbull, un Doberman e due Bullmastiff. Alcuni degli animali erano feriti, segno che avevano preso parte recentemente a dei combattimenti. La polizia ha sequestrato, anche, una pistola sparachiodi in genere utilizzata per abbattere bovini e suini, ma esclude – secondo quanto riportato in un articolo pubblicato sul quotidiano Il Mattino – che l’arma sia stata utilizzata per uccidere i cani. Intanto, però, due uomini sono stati denunciati per maltrattamento di animali e occupazione abusiva di suolo pubblico, poiché il recinto in cui erano tenuti i poveri malcapitati a quattro zampe era stato allestito su un terreno di proprietà comunale. Non è la prima volta che questa zona di Napoli fa da scenario a episodi di questo genere, per questo motivo adesso si richiede la massima attenzione investigativa sul fenomeno: «Scampia e le zone limitrofe – spiega Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lav – si confermano aree fortemente a rischio combattimenti e i numerosi sequestri di cani e allevamenti abusivi fatti negli ultimi mesi lo testimoniano. Anche se il fenomeno non riveste più caratteri di allarme sociale, molti segnali – continua l’uomo – indicano una graduale ripresa. I combattimenti tra cani restano una realtà criminale pericolosa che deve essere contrastata senza abbassare la guardia». Nonostante tale fenomeno negli ultimi anni si sia notevolmente ridimensionato, da qualche tempo l’usanza di utilizzare poveri cani di grossa taglia per farli combattere tra loro fino alla morte e guadagnarci grandi somme di denaro sembra manifestare nel territorio napoletano nuovi e preoccupanti segnali di ripresa: «Se da un lato insomma sono diminuite le manifestazioni più plateali, dall’altro – dichiara Troiano – assistiamo al raffinamento delle condotte a delinquere connesse al fenomeno che sicuramente è meno vistoso del passato, ma non è affatto esaurito». A tal proposito, «le indagini svolte nel corso degli anni a livello nazionale hanno fatto emergere una realtà molto composita nella quale confluiscono molteplici interessi e diverse tipologie di persone, per questo è necessario prestare massima attenzione e indagare senza lesinare risorse. Siamo grati alla Polizia del Commissariato di Scampia e in particolare – termina il responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lav – al dottor Spina, perché operazioni simili mettono in evidenza la pericolosità del fenomeno».