VARZO – Organizzati dal settore Tutela faunistica della Provincia e dal Comprensorio alpino Vco 3 Ossola sud ha avuto luogo a Varzo nelle giornate del 1, 2 e 3 aprile scorso il corso per conduttori da cani da traccia. Una seconda fase di lezioni pratiche avrà luogo il 16, 17 e 18 aprile prossimo sempre a Varzo nella zona di Dreuza. Alle prime tre sessioni di lezioni, tenutesi presso la sala della Torre medievale, si sono iscritti ed hanno partecipato ventun allievi conduttori, per lo più cacciatori, provenienti da diverse località locali ma anche da Milano, Valtellina, Valle d’Aosta… e perfino uno dalla Germania. In qualità di relatori-docenti si sono alternati: Fulvio Ponti, tecnico faunista, Aurelio Pase, cinofilo- allevatore e Simona Caire in qualità di esperta in veterinaria. Le finalità del corso sono quelle di incentivare una corretta gestione faunistica territoriale. In caso di ferimento di un animale cacciato, su segnalazione del cacciatore stesso, il conduttore e il cane addestrato andranno alla ricerca seguendo le tracce lasciate dal selvatico ferito. Ciò rientra in un preciso aspetto etico, secondo il quale l’abbattimento del capo prescelto deve avvenire con la minor sofferenza possibile. «Sono soddisfatto di essere riuscito a portare a termine questa iniziativa – ci informa Alberto Preioni, assessore provinciale alla Tutela faunistica -. Il nostro obbiettivo è quello di costituire un albo provinciale che sarà a disposizione della comunità. In questa prima sessione del corso sono stati trattati argomenti come le impostazioni di base del cane da traccia, le informazioni necessarie a mantenerlo in salute, le strategie di recupero, le caratteristiche delle varie razze e le loro differenze di utilizzo. Nella seconda sono previste esercitazioni su tracce artificiali». Abbiamo sentito Aldo Girlanda, presidente del Comprensorio alpino Vco 3 che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa: «E’ stato proprio l’interesse da parte dei cacciatori che mi ha spinto ad organizzare, con la Provincia, questo corso; nel caso l’interesse fosse alto, o di ulteriori richieste, non è detto che si possa organizzare un altro corso. La speranza è che sorgano unità cinofile anche nel nostro Comprensorio per fare in modo che sul territorio vi siano dei referenti a cui i cacciatori possano rivolgersi nel momento del ferimento di capi di fauna selvatica, evitando quindi spostamenti importanti ai recuperatori abilitati».