L allarme sugli strani traffici oltreconfine e stato lanciato dal ministero della Sanita italiana gia nel 1993. Da allora, pero, nulla e cambiato. I nostri quattro zampe vengono infilati dentro trasportini di fortuna e spediti in massa in Germania, Svizzera, Austria, Belgio, Olanda e in Europa dell Est. Tramite associazioni quando va bene. Tramite prestanome che li cedono subito a venditori che poi li fanno sparire, quando invece no.
Le pellicce degli amici a quattro zampe vanno forte in Russia, ma non nell Europa occidentale.
L industria della moda si e allora adeguata. E ha deciso di utilizzare questo pellame a basso costo per foderare giacconi e guanti, rivestire cappucci, risvolti di maniche e colli, imbottire piumini e persino fabbricare peluche per bambini. Ma senza dichiarare esplicitamente la provenienza. Ma perche Germania, Svizzera e Austria tengono tanto ai nostri amici quattrozampe meridionali e non si accontentano dei loro? Chi guadagna sulla tratta? I veri affari, come sempre, li fanno gli umani. La Germania, infatti, i cani randagi non li regala, ma li vende.Il guaio vero, pero, e quando i cani partiti dall Italia spariscono. Non vengono piu trovati nei canili. Semplicemente, varcano il confine ed e come se non fossero mai esistiti.
Per una pelliccia di cane sono necessari almeno 9 esemplari delle dimensioni di un pastore tedesco.
I consumatori di solito sono all oscuro di tutto, poiche l etichetta camuffa il prodotto con nomi incomprensibili: Gae-pee, Gubi, Goyangi e altri ancora. Dietro a questi nomi “esotici” sono nascosti i migliori amici dell uomo, spesso scuoiati vivi in Cina e altri paesi asiatici.