Risiederebbe nella genetica la capacità dei cani di comprendere con facilità il linguaggio del corpo di noi umani. È quanto emerso da un nuovo studio condotto dall’Arizona Canine Cognition Center, in collaborazione con l’associazione Canine Companions for Independence. Tale risultato è stato ottenuto, effettuando alcuni test su un gruppo di 375 cuccioli di Labrador e Golden Retriever di 8 settimane. Una scelta, quella dell’età, non casuale, visto che i quattro zampe erano piuttosto grandi per prende parte all’esperimento ma anche abbastanza giovani da aver avuto poca interazione co le persone.
In particolare, stando a quanto riportato da greenme.t e come si può leggere nello studio, ricercatori hanno sottoposto i cuccioli – impresa per nulla facile – a tre test. Per prima, hanno mostrato loro due tazze rovesciate, indicando con il dito quella sotto cui era nascosto un dolcetto. Gesto che, nella maggior parte dei casi, è stato capito. Durante il secondo esperimento, invece, uno studioso ha parlato per circa 30 secondi, usando dei suoni acuti e rivolgendo ai cagnolini una serie di frasi. In questo caso, i piccoli pelosi hanno trascorso una media di 6 secondi a fissare la persona che stava parlando con loro, un contatto visivo assai raro tra i mammiferi. Per quanto riguarda l’ultimo test, i ricercatori hanno insegnato ai cuccioli a trovare il cibo nascosto in un contenitore di plastica, poi lo hanno sigillato con un coperchio. A differenza dei cani adulti, i cagnolini hanno guardato raramente gli scienziati per essere aiutati.
Infine, per confermare la componente genetica delle reazioni ottenute durante gli esperimenti, gli studiosi hanno confrontato i pedigree dei cuccioli per vedere il livello di correlazione esistente tra i diversi can, dopodiché hanno confrontato tale correlazione con le prestazioni dei cani nei vari test. Ed è emerso che in circa il 43% dei casi, la variazione di prestazione era dovuta alla proprio alla genetica. Adesso lo studio potrebbe essere replicato con altre razze canine.