Credo che questo sia l’argomento più difficile da esaurire velocemente perché il confine fra azione consapevole e inconsapevole, ivi comprese la gestione del tono vocale e la postura del corpo, è sottile e difficilmente definibile.
Iniziamo con ordine, dovendo parlare ad un cane è bene sapere che bisogna insegnare allo stesso il significato dei fonemi ( espressioni sonore codificate normalmente chiamate parole ) che stiamo usando, proprio come si fa con i bimbi. Potrà sembrare superfluo, ma voglio ricordare che ci vuole molto tempo, molta pazienza e molta costanza. Se, per qualsivoglia motivo, siete meno che sereni , rimandate la “ lezione “ perché potreste rovinare il lavoro già svolto.
Ancora una volta si ricorda che desiderando educare ed istruire un cane è fondamentale conoscere il suo profilo caratteriale in modo da impostare un programma di “ studio “ su misura.
I risultati oltre a fornire una soddisfazione personale all’elemento umano della coppia, garantiranno all’elemento lupo una qualità della vita quale è raro vedere nelle nostre strade e nei nostri parchi.
Ancora è utile ricordare che alcuni fonemi devono essere accompagnati da posture coerenti che sono illustrate in altri ambiti delle Pillole Cinofile, ma che per semplicità ripeteremo di seguito.
Quando inizia l’insegnamento della nostra lingua al cucciolo: Subito. Per subito s’intende che il cucciolo di cane “ deve iniziare a conoscervi subito “ e quindi è bene che conosca il vostro modo di comunicare subito. E’ chiaro che lo scrivente non si preoccupa di quelle persone che non reputano necessario educare ed istruire il proprio cane, proprietari di tanto deficit cognitivo non meritano molta attenzione.
Le parole (o fonemi, che dir si voglia) devono essere pronunciate come le usate normalmente durante la vita quotidiana,( va molto bene anche il proprio dialetto) si possono insegnare i nomi delle persone, delle cose, delle zone della casa e azioni che si desidera il cane compia o non compia. Quando il cane sarà più cresciuto, imparerà anche i sinonimi, fino ai tre anni è bene essere coerenti con le parole insegnate e non cambiarle. Si noti che per il vostro amico la parola non è composta solo dalle lettere che pronunciate, parte fondamentale è la vostra voce. Un esempio: Conoscete una persona con un cane, ne chiedete il nome e provate a chiamarlo, osservate la diversa reazione quando lo chiama il suo compagno umano e quando lo chiamate voi.
Vogliate considerare che un cucciolo ha un tempo di attenzione molto corto, non pretendete diventi un vocabolario vivente la prima settimana, piuttosto rendete a lui piacevoli i momenti di “ studio “ in modo che presti volentieri la sua attenzione. Non esiste un metodo generale, ogni cane è fatto a modo suo, il vostro lavoro per capirlo sarà già un grande passo verso di lui. Con il passare dei mesi, se avrete avuto l’accortezza di render piacevole lo “ studio “ anche i tempi di attenzione si allungheranno e potrete inserire più lavoro in ogni seduta.
Ma quando è utile “ parlare “ al cane? I momenti in cui è utile parlare al cane sono molti, cominciamo dalle situazioni di movimento: richiamare il cane per l’uscita in passeggiata, durante l’uscita l’indicazione della posizione più corretta ai semafori, nell’intersecare la strada di un’altra persona sola o con un cane, l’avviso precedente ad una fermata e l’invito a seguirci quando ripartiamo, il cambio di direzione e la conferma del comportamento corretto. Se si ha la fortuna di avere nelle vicinanze un’area dedicata ai cani, è conveniente insegnare al vostro amico ad attendere il momento del rilascio dopo che vi siete accertati della socialità degli altri cani presenti, può imparare a gestire le sue posture nell’incontro con i suoi simili e, nel caso fosse necessario, mettersi al riparo vicino a voi.
Naturalmente si parla al cane quando si gioca ed anzi, per molti cani è questo il momento in cui sono più predisposti ad apprendere vocaboli nuovi.
Come si parla ad