I poveri amici pelosi con lesioni midollari, che non permettono loro di muoversi più, possono ritornare a sperare in una vita pressappoco normale. Ciò grazie a un rivoluzionario studio britannico, nato dalla collaborazione tra la Cambridge University’s Veterinary School e la MRC’s Regenerative Medicine Centre di Edimburgo, che vedrebbe nelle cellule olfattive un’ottima soluzione per riacquisire la funzionalità delle zampe. È la prima volta – si legge in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera – che un test del genere è condotto su animali rimasti paralizzati a causa di incidenti accidentali. In particolare, ai cani presi in esame durante la ricerca (in tutto 34, con lesioni spinali) sono state prelevate delle cellule olfattive che sono poi state fatte riprodurre per diverse settimane in laboratorio e infine impiantate all’altezza della lesione spinale: in realtà, a 23 di queste bestiole sono state innestate le cellule giali olfattive (OEG), mentre 11 sono stati utilizzati come gruppo di controllo. Le OEG sono cellule situate nella parte posteriore del naso, deputate alla rigenerazione dei neuroni olfattivi, spesso danneggiati dall’ambiente esterno. Il sistema olfattivo, inoltre, è l’unico all’interno del quale le cellule nervose continuano a riprodursi anche nell’adulto. Grazie a questo trapianto, molti dei cani oggetto della ricerca hanno mostrato miglioramenti notevoli e sono stati in grado di muovere di nuovo le zampe. L’esperimento è stato fatto su pelosi rimasti tutti vittime di incidenti almeno un anno prima dell’avvio dello studio e, tutti con condizioni di insensibilità ai quarti posteriori e di immobilità alle zampe posteriori. A trapianto ultimato, la maggior parte di loro ha mostrato subito un notevole miglioramento delle capacità di movimento. Ciò è stato verificato, sostenendo i quattro zampe con un’imbragatura e mettendoli alla prova su un tapis roulant. «Questa non è una cura per le lesioni spinali negli umani, che potrebbe essere ancora molto lontana, ma è certamente – spiega Geoffrey Raisman, scopritore nel 1985 delle OEG – il passo avanti più incoraggiante in molti anni e un avanzamento significativo verso una terapia che funzioni anche sulle persone». A tal proposito, il coautore dello studio pubblicato sulla rivista di neurologia Brain, Robin Franklin, invita a sperare con prudenza, poiché la rigenerazione del tessuto nervoso è molto localizzata. Pertanto, il trapianto di queste cellule gliali olfattive non avrebbe in pratica alcun effetto su altre capacità compromesse, come il movimento delle mani, la termo-regolazione, la funzionalità sessuale e quella della vescica o dell’intestino.