Simbolo dei patimenti che stanno subendo i randagi dell’Ucraina in vista degli Euro 2012, qualche giorno fa Ciliegia, una lupacchiotta randagia di Kiev, è approdata all’aeroporto di Milano Malpensa, dove ad accoglierla c’erano i volontari dell’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) e la famiglia italiana che l’ha adottata. La triste storia di questa cagnetta è stata resa nota nei mesi scorsi grazie ad Andrea Cisternino, il fotografo italiano che con la sua costante cronaca sta rendendo noto al mondo intero l’orrore che si sta perpetrando in territorio ucraino, nei confronti di migliaia di trovatelli a quattro zampe. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa GeaPress, un giorno Ciliegia stava allattando i suoi cuccioli, quando assieme agli altri cani del suo branco è stata raggiunta da una raffica di proiettili, rimanendo in una pozza di sangue. I cuccioli sono tutti morti, mentre la randagia è riuscita ad avere la meglio sui cosiddetti “dog hunter”, ossia i cacciatori di cani che da mesi seminano morte tra i randagi ucraini. Ciliegia, nonostante sia rimasta paralizzata agli arti posteriori, è sopravvissuta ed è stata ricoverata in una clinica veterinaria di Kiev dove, con il supporto di Andrea Cisternino, ha iniziato il faticoso percorso di recupero fisico e psicologico. All’interno del corpo della lupacchiotta sono rimasti due pallini di piombo, perché i veterinari vista la posizione problematica, vicino alla spina dorsale, non hanno ritenuto opportuno operarla. Ora, oltre a dotarla di un carrellino che le permetterà di deambulare autonomamente, sarà valutata l’ipotesi di un intervento chirurgico per rimuoverli in sicurezza. Grazie alla eco mediatica che lo stermino dei randagi ucraini ha avuto in Italia, una ragazza di Bologna è venuta a sapere della triste storia di Ciliegia, decidendo di adottarla e prendersene cura. In Ucraina la cagnetta avrebbe avuto le ore contate: qui, infatti, i cani disabili sono soppressi. Per fortuna a lei è toccata una sorte diversa: adesso potrà godere dell’amore e delle cure di una vera famiglia. Una volta arrivata a Malpensa, un po’ disorientata dal lungo viaggio, ma con una grande voglia di muoversi e farsi coccolare, la randagia è così partita alla volta di Bologna e della sua nuova casa. «Promuovere adozioni internazionali – dichiara Massimo Camparotto, presidente dell’OIPA – non è una strategia risolutiva, tuttavia in un caso particolare come quello di Ciliegia ci siamo attivati per migliorare la vita di un cane che in Ucraina avrebbe avuto poche possibilità di sopravvivere».