In un periodo in cui gli italiani sono già super tassati, giunge voce che dal 2013 potrebbe entrare in vigore una nuova imposta, che equiparerebbe gli animali d’affezione a beni di lusso, nemmeno fossero costosi gioielli o macchine sportive di ultima generazione. Già qualche tempo fa si era parlato dell’intenzione, poi ritirata, da parte del Governo di introdurre una tassa sugli animali domestici (vedi nostro articolo: http://bit.ly/Plxzuw). Ciò aveva provocato il disappunto di molte associazioni animaliste, convinte che il provvedimento avrebbe solo favorito gli abbandoni e disincentivato anche le adozioni dei canili. Adesso, invece, «da alcune dichiarazioni – fa sapere in una nota l’Ente nazionale Protezione Animali (Enpa) – apprendiamo che sarebbe allo studio, con la nuova legge di stabilità, l’introduzione di una tassa sui cani-guida dei non vedenti. Ci auguriamo che si tratti solo di una boutade autunnale; per questo ci appelliamo all’Esecutivo affinché smentisca tale notizia». Il più fedele amico dell’uomo rappresenta un bene prezioso e inestimabile per il proprio padrone, ma non di certo è da sottoporre a tassazione: «Qualsiasi ipotesi di tassare gli animali o di trasformarli in un indicatore della capacità di acquisto delle famiglie italiane – continua a spiegare l’Enpa – ci trova assolutamente contrari. Gli animali, infatti, sono esseri senzienti che non possono in alcun modo essere assimilati ai beni di lusso. Come è possibile anche solo immaginare di equiparare un cane o un gatto a uno yacht, a una macchina di grossa cilindrata o a un’abitazione di pregio?». Per non parlare poi dei cani-guida dei non vedenti, che vanno a ricoprire un ruolo molto importante nella società e nella vita di questa categoria di persone: «Nello specifico – conclude l’Enpa – la tassa su ogni animale da compagnia costituisce un abuso inaccettabile; sui cani guida per non vedenti, in particolare, rappresenterebbe una vera e propria mostruosità poiché, oltre a colpire gli animali, andrebbe a danneggiare una categoria sociale estremamente vulnerabile. Una categoria che ha bisogno del nostro sostegno e non di immotivati, illogici, assurdi provvedimenti punitivi». Si spera davvero che tale sospetto possa rivelarsi non fondato, perché, se così fosse, significherebbe ridurre i tanto amati quattro zampe a dei semplici oggetti di lusso. Inoltre, ciò vorrebbe dire che non c’è alcun rispetto per una categoria sociale estremamente vulnerabile come quella rappresentata dai non vedenti. Il pericolo è stato già scampato una volta, cioè la primavera scorsa. Si spera possa accadere di nuovo.