Utilizzare il formidabile fiuto dei nostri amici a quattro zampe per riuscire a scovare i tumori, ancora prima che siano diagnosticati, evitando così eccessive medicalizzazioni e in molti casi il ricovero in ospedale. Una scoperta straordinaria che andrebbe ad aggiungersi alla lunga lista di benefici che i nostri cari pelosetti, anche in campo medico, sono capaci di apportare all’uomo. La possibilità di impiegare i cani nell’identificazione di gravi patologie è avvalorata da diversi studi scientifici e anche in Italia presto potrebbe essere sperimentata, grazie a un progetto della Mddi Onlus (Medical Detection Dogs Italia Onlus), associazione senza fini di lucro che sostiene la ricerca scientifica medica e l’addestramento di cani “biodetective”. Molte ricerche in tutto il mondo, infatti, sembrano confermare che i cani sono in grado di rilevare attraverso il loro fiuto alcune malattie metaboliche fra cui diabete, morbo di Addison, narcolessia e tumori. Come riportato da vita.it, il progetto della Mddi nasce dalla collaborazione tra alcuni studiosi italiani e degli esperti inglesi, già da qualche tempo impegnati nell’utilizzo diagnostico dell’olfatto dei nostri amici a quattro zampe. Un addestratore italiano, Marco Sincovich, sta seguendo un periodo di formazione in Inghilterra, mentre sono stati già individuati i cani tra cui scegliere quello che sarà impiegato per la sperimentazione in Italia. Le prospettive di questo progetto sono state illustrate durante il convegno «Medical Detection Dogs, il fiuto del cane al servizio della medicina, una speranza per il futuro», che si è tenuto recentemente presso la sala affreschi della Provincia di Milano. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Giorno e, riferito dal rieducatore cinofilo, dall’istruttore di cani d’assistenza e il vicepresidente dell’associazione Mddi, Aldo La Spina, l’attendibilità con cui i pelosetti riescono a individuare i tumori annusando i campioni è pari al 98 per cento. Come capire se il cane ha scovato un tumore? Semplice. «Quando identifica un campione positivo, quindi infetto, si sdraia oppure – spiega Aldo La Spina – si mette seduto, anche nel caso in cui la malattia si trova in una fase ancora embrionale. Se, invece, rimane in piedi fissando insistentemente il conduttore vuol dire che il campione è negativo, dunque, nessun pericolo». Portare il cane ad avere queste capacità non è facile. Occorre, infatti, sottoporlo «a un continuo e intenso periodo di esercizio della durata di quattro-sei mesi». Alcune razze di cani sembrano più predisposte rispetto ad altre, a utilizzare il proprio olfatto per riuscire a diagnosticare patologie.