I nostri amici a quattro zampe sono spesso impiegati come supporto e assistenza per gli uomini. I benefici che questi animali sanno apportare all’uomo sono, infatti, ormai abbastanza noti e continuamente comprovati da testimonianze di persone affette sia da disabilità fisiche sia psichiche. Per non parlare poi del ruolo terapeutico che il contatto con i cani, tramite la pet therapy, può avere sullo stato d’animo di un malato. Consapevoli di ciò, negli ultimi anni è emersa la positività del loro affiancamento, anche, nei casi di narcolessia. Una malattia neurologica piuttosto pericolosa per l’incolumità di chi ne soffre, caratterizzata da un’eccessiva sonnolenza, che porta ad addormentarsi in qualsiasi momento della giornata e in qualunque posto. Opportunatamente addestrati, i cani guida possono dare una mano ai narcolettici, destandoli dal sonno improvviso con leccate sul viso e mugugni continui. Ѐ quanto affermato in un articolo pubblicato sul British Medical Journal, che descrive il caso di una donna di 35 anni curata alla Libre Universitè di Bruxelles. La paziente – come si legge sul sito Quotidiano.net – soffriva di attacchi di sonnolenza fino a sei volte al giorno, ed era in grado di dormire anche per 16 ore nell’arco della giornata. Per tale ragione, la donna non era in grado di prendere i mezzi pubblici, per l’alta probabilità di appisolarsi durante il tragitto. Poiché con i farmaci si ottenevano risultati assai limitati, i dottori hanno provato con un cane, come quello usato per i non vedenti, addestrato a svegliare la paziente al mattino, al suono del telefono e sull’autobus in caso di addormentamento: «Questo aiuto – scrivono gli autori – ha permesso alla paziente di avere una vita sociale, e di muoversi per la città. Lo stesso tipo di intervento potrebbe essere usato anche per altri soggetti simili». Tal esperienza positiva ha sempre più convinto i medici a impiegare i cani come aiuto in casi di questo tipo, consentendo alle persone che soffrono di narcolessia – o di patologie debilitanti come queste – di condurre una vita quasi normale. Oltre che per i non vedenti, ad esempio, i cani sono già utilizzati come guida per malati di Alzheimer e Parkinson. Molto spesso le razze selezionate per questo tipo di attività sono Labrador e Golden Retriever, che, grazie alla loro straordinaria capacità di apprendimento e particolare docilità, si sono guadagnate un ruolo primario nell’assistenza dei malati, coadiuvandoli e supportandoli nel corso della loro routine quotidiana.