Segugio Italiano Pelo Forte

Segugio Italiano Pelo Forte

  • Taglia media
  • Razza non pericolosa
  • Razza riconosciuta ENCI
    Gruppo 6 - segugi e cani per pista di sangue

Caratteristiche Segugio Italiano Pelo Forte

Facilità di formazione
Difesa territorio e persone
Adatta ai bambini
Cura e perdita pelo
Perdita bava

Descrizione

La figura del Segugio Italiano a pelo forte risulta essere perfettamente simmetrica e armonica, una muscolatura discreta su un’ossatura ben sviluppata completano una figura dall’aspetto sostanzialmente e privo di grassi.

Il pelo ruvido è la caratteristica principale del manto, per il quale sono ammesse le colorazioni fulvo uniforme e nero focato, tollerata la presenza di bianco su: muso, cranio, petto, metatarsi e metacarpi.

Origine

Questa razza risale all’epoca dell’Antico Egitto, quando i commercianti fenici lo portarono in Italia dove ebbe un grande successo.
I primi incroci che diedero origine al segugio furono fatti nell’antica Gallia, tramite l’incrocio del Segugio da corsa egiziano con il Molosso romano; il suo peridodo d’oro è comunque il Rinascimento, quando venne migliorato il suo standard e iniziò a diffondersi.
Dopo un periodo di decadimento della razza, a partire dall’inizio del ‘900, il cane riacquistò la sua notorietà grazie a delle organizzazioni che si occuparono di evidenziare le sue ottime qualità estetiche e morali.

Carattere

E’ un cane allegro, vispo, mai aggressivo, rustico; non ricerca continuamente le coccole e le attenzioni del padrone ma ne è comunque molto affezionato; resistente e veloce e per questo è considerato un ottimo cane da caccia. Possiede un buon olfatto.
Il suo sguardo è dolce e la sua voce è brillante e piacevole da sentire.
Ama camminare, corere ed esplorare i boschi, ma la sua principale passione è la caccia; molto ubbidiente.
Sa anche essere testardo ed instancabile. Tende ad essere indipendente, per questo è importante addestrarlo da cucciolo.

Standard di razza

ASPETTO GENERALE DEL CANE
La struttura morfologica è quella di un mesomorfo, il cui tronco sta nel quadrato; armonico rispetto al formato (eterometria) e disarmonico rispetto ai profili (alloidismo). La sua costruzione, bene equilibrata, di simmetria perfetta, di ossatura ben sviluppata con forme asciutte fornite di buoni muscoli e con assoluta assenza di grasso, lo rende capace di seguire la selvaggina dall’alba al tramonto.
PROPORZIONI IMPORTANTI
L’altezza al garrese da terra è pari alla lunghezza del tronco, misurata dall’articolazione scapoloomerale alla punta estrema dell’ischio. Non si richiede un garrese alto, deve essere di poco superiore al livello della groppa. La lunghezza del muso deve raggiungere la metà della lunghezza totale della testa. L’altezza del torace di poco superiore al 50% dell’altezza al garrese.
COMPORTAMENTO E CARATTERE
E’ fornito di resistenza, oltre che di buona velocità e lavora con impegno e passione sia isolato che in muta. Rispetto ai soggetti a pelo raso, è più riservato, meno esuberante, saggio, calmo e ponderato nel lavoro. Sguardo gentile, soave, ma fiero e velato da un alone di malinconia. Voce squillante e piacevolissima.
TESTA
Dolicocefala, la sua lunghezza totale raggiunge i 4/10 dell’altezza al garrese. Visto dall’alto il cranio si presenta a forma di ellissi allungata; il suo asse longitudinale superiore è moderatamente divergente in rapporto all’asse longitudinale del muso; il suo profilo superiore presenta una leggera arcuatura: la larghezza bizigomatica del cranio deve essere inferiore alla metà della lunghezza totale della testa; le arcate sopracciliari poco sviluppate; il solco frontale poco marcato, la protuberanza occipitale netta, ma arretrata, più che visibile, sensibile solo al tatto, in senso longitudinale deve essere corta. Stop pochissimo marcato; dal profilo superiore del muso deve rimontare al cranio in dolce pendenza.
REGIONE FACCIALE
Il tartufo è grande, sporgente sulla linea verticale anteriore delle labbra, fresco e umido, con narici ben aperte e mobili. Il pigmento sempre nero.
La lunghezza del muso è il 50% della lunghezza totale della testa; la sua profondità è di poco superiore alla metà della lunghezza del muso; la sua larghezza raggiunge il 17% della lunghezza totale della testa; il profilo della canna nasale è leggermente convesso; le facce laterali del muso sono fra loro convergenti, ma in misura tale da non determinare un muso a punta. Le branchie della mandibola tendono alla linea retta in tutta la loro lunghezza e sono poco sviluppate anteriormente. La regione sottorbitale è cesellata, ma leggermente più carica di quella del segugio a pelo raso.
La mascella è in apparenza robusta, con sviluppo normale, arcate dentarie perfettamente combaciantesi anteriormente.
Le guance non sono troppo evidenziate.
Denti bianchi, regolarmente allineati, completi per sviluppo e numero; chiusura degli stessi.  
Occhi grandi e luminosi, di colore ocra scuro, in posizione semilaterale l’angolo interno delle palpebre deve trovarsi a uguale distanza fra il margine anteriore del tartufo e la punta esterna della cresta occipitale; espressione magnetica, sguardo dolce e fiero con un velo di tristezza; rime palpebrali a mandorla con palpebre bene aderenti al bulbo. Il pigmento dei margini palpebrali deve essere nero.
L’inserzione delle orecchie è a livello dell’arcata zigomatica e moderatamente larga; sono pendenti, di forma triangolare, piatte in quasi tutta la loro lunghezza (66-70% della lunghezza totale della testa) e molto larghe. L’apice dell’orecchio deve terminare in una punta stretta. La sua cartilagine deve essere, benché sottile, piuttosto rigida in tutta la sua estensione, e la sua inserzione che è molto rigida, presenta una torsione che porta avanti tutto l’orecchio, non permettendogli di rilassarsi, ne di ripiegarsi su se stesso ne di accartocciarsi. La punta dell’orecchio si torce leggermente verso l’interno. L’orecchio è coperto di pelo moderatamente lungo, più corto di quello del tronco e meno ruvido con assoluta assenza di frange.
COLLO
Il profilo superiore del collo presenta una leggera arcuatura, quello inferiore è assolutamente esente da giogaia.
La lunghezza del collo è pari alla lunghezza della testa, raggiunge cioé i 4/10 dell’altezza al garrese.
La forma del collo è a tronco di cono che si inserisce alla testa con un distacco della nuca ben marcato; parimenti deve unirsi al tronco in armonica fusione con le spalle. Il collo si presenta molto asciutto e leggero e deve dare l’impressione di un collo poco muscoloso.
La pelle è molto tesa  con assoluta assenza di giogaia.
TRONCO
La lunghezza del tronco, misurata dalla punta della spalla alla punta della natica, è pari all’altezza al garrese.
La linea superiore è rettilinea dal garrese verso la groppa, alquanto convessa alla regione del rene, vista di profilo.
Garrese: poco elevato sulla linea del dorso e stretto per il ravvicinamento della punta delle scapole fra di loro; armonica la fusione con il collo.
Il profilo superiore del dorso è rettilineo con muscolatura sostenuta anche se poco appariscente; la lunghezza della regione toracica sta alla lunghezza della regione lombare nel rapporto 3 a 1. La lunghezza del lombo è un po’ meno del quinto dell’altezza al garrese; la larghezza della regione lombare è un po’ meno della lunghezza; la sua muscolatura è assai sviluppata.
Il profilo superiore della groppa è dolcemente convesso. La groppa è considerata orizzontale dato che la sua inclinazione, dall’anca all’inserzione della coda, oscilla fra i 15 e i 20 gradi; la lunghezza della groppa è circa 1/3 dell’altezza al garrese e la sua larghezza è 2/3 della sua lunghezza; poderosa la muscolatura.
TORACE.
La lunghezza del torace è circa la metà dell’altezza al garrese; la sua larghezza è di circa 1/3 dell’altezza al garrese; la sua altezza deve essere all’incirca il 48% dell’altezza al garrese, ma le coste presentano scarsa convessità. Gli archi costali invece devono essere bene aperti. Petto moderatamente ampio: il manubrio dello sterno deve essere situato al livello della punta delle spalle.
Linea Inferiore. Il profilo inferiore è determinato da una linea retta che rimonta dolcemente verso l’addome, che è asciutto e mai retratto; i fianchi sono snelli con normale grassella, mai abbondante.
La coda è inserita in alto sulla linea della groppa; si presenta più sostanziosa alla radice rispetto a quella del segugio a pelo raso, ricoperta di pelo in tutta la sua lunghezza, ma con assenza assoluta di frangia. Il portamento della coda, a riposo, è a scimitarra, in azione oscilla dalla destra alla sinistra sulla direzione della linea dorsale fino a sfiorare i fianchi, in alternanza a movimenti rotatori. La coda è considerata lunga benchè la sua punta sia molto ravvicinata alla punta del garretto.
ARTI
ARTI ANTERIORI. Nell’insieme gli appiombi, visti di profilo, seguono la linea verticale che dall’articolazione scapoloomerale deve cadere a terra toccando la punta delle dita, mentre la verticale, abbassata dall’articolazione omero-radiale, deve dividere in due parti quasi uguali (la maggiore è quella anteriore) l’avambraccio ed il carpo, uscendo fuori posteriormente a livello della metà lunghezza del metacarpo. L’altezza dell’arto anteriore fino al gomito è uguale a metà dell’altezza al garrese.
–  Spalle. La spalla è asciutta, lunga ben libera nei movimenti: la punta delle scapole molto ravvicinate fra loro. La sua inclinazione sull’orizzonte è da 45° a 55°.        
–  Braccio. Il braccio è ben saldato al tronco. Così come la spalla è fornito di muscoli lunghi, asciutti e paralleli al piano mediano del tronco. L’angolo scapolo-omerale è di 110° se si considera la scapola con inclinazione di 45°.
–  Gomito. I gomiti sono equidistanti, in parti uguali, al piano mediano del tronco, perciò non devono essere deviati ne in fuori ne in dentro. Angolo omero-radiale da 135° a 145°.
–  Avambraccio.  La sua lunghezza è prossima ad 1/3 dell’altezza al garrese; la direzione è perpendicolare al terreno; scanalatura carpio-cubitale ben evidente. L’avambraccio deve dare l’impressione di un arto secco e molto asciutto.
–  Carpo.  I carpi sono secchi, coperti di pelle fine e sottile. Visti di fronte seguono la linea retta verticale dell’avambraccio.
–  Metacarpi. La lunghezza non è inferiore al sesto di tutto l’arto anteriore al gomito; visti di profilo sono alquanto stesi.
–  Piede. E’ di forma ovale (piede di lepre) a dita unite fra di loro e arcuate, ricoperte da pelo fitto; cuscinetti digitali poco carnosi; le suole asciutte e dure, coriacee e pigmentate in nero.
–  Unghie  forti, ricurve e sempre nere. Qualche unghia bianca (non rosa) non è difetto.
ARTI POSTERIORI. Nell’insieme la verticale abbassata dalla punta della natica tocca o quasi la punta delle dita. Posteriormente la verticale abbassata dalla punta della natica divide in due parti uguali la punta dei garretti, il metatarso ed il piede. La lunghezza totale dell’arto posteriore è di circa il 90% dell’altezza al garrese.
–  Coscia E’ lunga e larga. La sua lunghezza non è inferiore al terzo dell’altezza al garrese. Il suo margine inferiore è poco convesso; la punta delle natiche è molto evidente. I muscoli salienti sono nettamente divisi gli uni dagli altri. La direzione della coscia alquanto obliqua dall’alto in basso e dall’indietro in avanti. L’angolo dell’articolazione coxofemorale oscilla fra i 90° e i 95°.
–  Gamba. La sua lunghezza è di poco inferiore a quella della coscia e la sua inclinazione è di 40°, sull’orizzonte. E’ coperta da muscoli asciutti, la scanalatura gambale ben marcata ed evidente, la safena esterna ben evidente.
–  Ginocchio. Deve trovarsi in perfetto appiombo con l’arto, non è deviato ne verso l’interno ne verso l’esterno. L’angolo femoro-tibiale oscilla fra i 110° e i 120°.
–  Garretto.  Molto larghe le sue facce; è considerato basso in quanto che la distanza dalla punta a terra non oltrepassa il 27% dell’altezza al garrese. L’angolo tibio-tarsiale è chiuso, data l’accentuata inclinazione della tibia: la sua apertura oscilla fra i 115° e i 125°.
–  Piede.  E’ meno ovale dell’anteriore e con tutti i requisiti di questo.
ANDATURE
La vocazione del segugio è il galoppo, ma l’azione venatoria gli impone anche il passo ed il trotto.
PELLE
Ben aderente al corpo in ogni sua regione e alquanto spessa. il pigmento delle mucose, delle sclerose, delle unghie e delle suole dei cuscinetti digitali e plantari, assolutamente nero. Il pigmento sul palato non è prescritto, ma costituisce sempre una qualità.
MANTELLO
–  Pelo.  La lunghezza del pelo sul tronco non dovrebbe oltrepassare i cinque centimetri. Il pelo è decisamente ruvido, fatta eccezione sulla testa sulle orecchie, sugli arti e sulla coda. I peli sulla testa, sulle orecchie e sul muso sono in generale meno ruvidi che sul tronco e sulle labbra; la sua lunghezza, che è però limitata, costituisce la cosiddetta barba. I peli sulle arcate sopracciliari hanno una lunghezza limitata da non coprire o cadere sugli occhi.
–  Colore. I colori ammessi sono: il fulvo unicolore in tutte le sue gradazioni, dal rosso fulvo carico e carbonato al fulvo sbiadito e il nero focato. Il fulvo può avere bianco sul muso e sul cranio (maschera simmetrica o no); la stella bianca al petto, sul collo, sui metacarpi, e metatarsi, sui piedi alla punta della coda. Però il bianco non è desiderabile e meno ve n’è meglio è. Il nero focato può avere solo la stella bianca al petto, e nel tal caso il segugio viene detto tricolore.
TAGLIA E PESO
Altezza al garrese: Maschi da cm. 52 a cm. 60. Femmine: da cm. 50 a cm. 58.
Peso: maschi da 20 a 28 Kg. Femmine: da 18 a 26 Kg. I maschi devono avere due testicoli di aspetto normale e ben discesi nello scroto.
DIFETTI
Ogni deviazione dalle caratteristiche indicate nella descrizione delle varie regioni costituisce un difetto, che deve essere penalizzato nel giudizio in rapporto alla sua gravità ed alla sua diffusione, così come l’ambio continuato. Sono tollerati 2 cm. in più o in meno quando si tratta di un soggetto eccellente.
DIFETTI ELIMINATORI
-Testa: Assi cranio-facciali convergenti. Quando le altezze sono superiori o inferiori ai margini di tolleranza.
DIFETTI DA SQUALIFICA: 
–  Enognatismo;
–  Canna nasale concava;
–  Monorchidismo;
–  Criptochidismo;
–  Incompleto sviluppo di uno o di entrambi i testicoli;
–  Aniurismo e brachiurismo tanto congenito che artificiale;
–  Colore ardesia o pimbo tigrato caffè marrone o fegato o bianco se in prevalenza;
–  Occhio gazzuolo;
– Depigmentazione totale o della maggior parte del tartufo o dei margini palpebrali;
 

Utilizzazione

Cacciatore di lepri e cinghiali principalmente.

Alimentazione

Nei periodi di piena attività necessita di 300 grammi di carne, con 150 grammi di riso e verdure bollite, ogni giorno.

Note

A parte il pelo che si distingue tra pelo raso e pelo forte, per tutte le altre caratteristiche le due varietà di Segugio Italiano sono uguali fra loro.

Foto di Segugio Italiano Pelo Forte