Svolta inaspettata nella vicenda Green Hill, il famoso allevamento di cani beagle destinati alla vivisezione che si trova a Montichiari, in provincia di Brescia, al quale sono stati messi i sigilli lo scorso luglio. Il Tribunale del riesame bresciano, infatti, ha accolto il ricorso dell’azienda contro il provvedimento di sequestro preventivo, disponendone adesso il dissequestro. Per fortuna, però, la sentenza non inficerà né il sequestro probatorio dei cani beagle né le indagini a carico della società. I quattro zampe, dunque, rimarranno ai loro affidatari e Green Hill, considerati tutti gli elementi emersi a suo sfavore durante la fase delle indagini, difficilmente potrà tornare a operare. Almeno così si spera. Immediata la reazione delle associazioni animaliste, tra cui la Lav (Lega Anti Vivisezione), che assicura: «Leggeremo le motivazioni che hanno portato all’annullamento del sequestro preventivo, per comprendere le ragioni di merito. Rimane – si legge in una nota con cui rende pubblico il provvedimento – il sequestro probatorio degli oltre 2639 beagle salvati da Green Hill e quindi gli animali rimangono nelle famiglie che li hanno accolti, garantendo loro una vita serena. La decisione del Tribunale del riesame – rassicura alla fine – non compromette affatto l’iter delle indagini né l’auspicato eventuale processo a Green Hill». Legambiente, altra associazione alla quale sono stati affidati i poveri cagnetti di Green Hill, definisce la sentenza del tribunale bresciano «un vero passo falso». Nino Morabito, responsabile fauna di Legambiente, dichiara quasi incredulo: «Difficile comprendere le motivazioni di questa sentenza, vista la mole di elementi raccolti a testimonianza dei maltrattamenti avvenuti nella struttura, come è difficile capire per quale motivo il Tribunale del riesame non abbia permesso ai nostri avvocati di presenziare all’udienza. L’importante però è – conclude l’uomo – che questa sentenza non inficia il lavoro fatto sinora: i cani rimarranno felicemente presso le famiglie affidatarie e nulla cambia rispetto all’iter delle indagini che proseguiranno come previsto». Intanto, si apprende dal sito della Lav, la senatrice Silvana Amati (Pd) e l’onorevole Michela Vittoria Brambilla (Pdl) hanno deciso di presentare un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute Balduzzi che, lo scorso 18 settembre, in un intervento nella Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, ha rivelato l’effettuazione dell’ispezione ministeriale a Green Hill. Allora, cioè nel luglio 2010, «non vennero riscontrate irregolarità tali da far supporre una cattiva gestione o situazioni riconducibili a maltrattamenti di animali». Adesso si desidera fare chiarezza sul perché di quella assurda conclusione.